di Marcello Fallo
Osservando l’impianto urbano si evince che tre sono stati i poli importanti, intorno ai quali si è sviluppato il paese. E' plausibile affermare che il primo nucleo abitativo del Comune si sia sviluppato nel XIII secolo per successive aggregazioni presso le due probabili emergenze architettoniche dominanti nel territorio ed esattamente: la matrice e il castello. In merito all’ubicazione del Castello va precisato, pur non avendo dati certi, che vi sono due ipotesi: la prima sostiene, osservando direttamente le strutture murarie vicine alla chiesa matrice, che si notano resti consistenti di murature con grandi conci, che fanno pensare ad un'area fortificata; la seconda, invece, individua la collocazione sull’area di sedime dell’attuale Fortezza carceraria sorta, quest’ultima, sui ruderi del vecchio castello. Il terzo polo, intorno al quale graviterà l'ampliamento ottocentesco del centro, è costituito dall’esistenza del convento delle Benedettine e dei Minori Osservanti.
Oltre agli innumerevoli edifici religiosi, presenti nel tessuto urbano di Ficarra, quali la chiesa dell’Annunziata, il monastero dei Minori Osservanti, la chiesa del S. Cuore, detta Badia etc, vanno ricordati, tra gli edifici civili, i palazzotti delle famiglie Lancia, Piccolo-Cupani, Milio-Ficarra, Piccolo-Ferraloro, Favazzo, Miraglia, Ferraloro.
A completare le tipologie architettoniche, che hanno caratterizzato il nucleo di Ficarra, va ricordata la casa a torre. I fabbricati erano le abitazioni del ceto povero e si sviluppavano su modestissime superfici “a piano” per un massimo di tre elevazioni.
Durante i secoli XIX e XX l’impianto urbano si è mantenuto stabile, secondo la struttura che ha assunto nel tempo, a comparti orientati lungo le fasce orografiche. Il tessuto conserva l'assetto medievale a fasce concentriche e percorsi vari disposti a fuso.
Si distinguono tre assi principali. Due dei quali, la via Garibaldi e la via Vittorio Emanuele, rappresentavano la viabilità primaria del centro fino ai primi anni del Novecento; periodo in cui, con un intervento di sventramento, fu attraversato l'intero nucleo dell'attuale via IV Novembre. Questo intervento ha mutato la configurazione di alcune strade, la demolizione delle case prospicienti, ivi compresa la chiesa del Rosario (oggi piazza Vittorio Veneto) e, contestualmente, ha portato alla saturazione delle aree libere del centro, determinando le attuali direttrici d’espansione.
Marcello Fallo