di Giuseppe Cavallaro
Il Santuario della Madonna Annunziata sorge su uno dei tre colli che insistono su Ficarra (Convento, Chiesa Madre, Castello) ed è stato quasi certamente eretto su un insediamento arabo, come testimoniano gli archi a sesto acuto esistenti nella cripta. L’epoca è riconducibile agli inizi del 1300, periodo in cui i normanni, dopo aver ottenuto il passaggio di tutto il territorio di Ficarra dalla Diocesi di Troina alla Diocesi di Messina, hanno eretto questo tempio con le caratteristiche del proprio stile: assenza di cupola, grandi muraglioni e scelta di luoghi sopraelevati per dominare l’abitato.La struttura è a croce latina con tre navate e tre cappelle in fondo oltre il transetto (di solito la cappella centrale presiedeva la Trinità, a destra di chi guarda la cappella della Patrona e alla sinistra la cappella del Santissimo Sacramento).
L’aspetto originario ha, nel tempo, subito diverse modifiche legate all’aumento della popolazione, agli eventi atmosferici e tellurici e a fatti prodigiosi; fra questi ultimi l’arrivo della Madonna (1507), con la quale è stato sostituito il precedente Patrono del luogo (San Placido), ha prodotto delle modifiche nella cappella che la ospita per adeguarla alle caratteristiche artistiche e spirituali della scena dell’Annunciazione.
Un altro grande cambiamento strutturale della Chiesa è stato provocato dal terremoto di Catania (1592) a causa del quale sono andati distrutti il tetto a cassettoni ed il portale, successivamente ricostruiti: il primo a volta, il secondo in pietra arenaria ad opera di scalpellini del luogo, come si evince dal carteggio sulla facciata ove è scritto: “Nicola e Domenico Lanza ex rupe me fecit ,1700”.
La consacrazione della Chiesa a Santuario è legata a fatti riconosciuti e catalogati, da chimici e prelati, come prodigiosi e riconducibili al sangue, più volte, trasudato dal volto della statua dell’Annunziata.
La Chiesa ospita opere scultoree e pittoriche di prestigiosi artisti fra le quali particolare rilievo assumono un polittico antonelliano, un Crocifisso ligneo quattrocentesco, un tabernacolo marmoreo della scuola del Gagini (1531), due statue marmoree di cui una opera del Gagini (la Madonna di Loreto o delle nevi) l’altra, l’Immacolata, di autore ignoto è stata donata dalla famiglia Piccolo (1615); entrambe provengono dal Convento dei frati minori osservanti.
Gli altari delle navate laterali originariamente conservavano dei quadri in tela datati 1700, opera di Giuseppe Tresca, che, intorno alla metà del secolo scorso, sono stati sostituiti da statue lignee pregevoli, ma soprattutto legate soltanto al valore devozionale.
Giuseppe Cavallaro