di Giovanni Orlando
La chiesa non può dimenticare la Madre del Signore. Quale comunità di amore adunata nel nome della Trinità, essa è unita necessariamente a tutti i santi della Chiesa celeste e quindi, in primo luogo, alla “gloriosa Vergine Maria, Madre del Dio e Signore nostro Gesù Cristo.
Alla luce della testimonianza delle origini fra la Chiesa e Maria i legami non sono solo numerosi, ma essenziali. Nella tradizione, infatti, gli stessi simboli biblici, alternativamente e simultaneamente, vengono applicati alla Chiesa e a Maria: novella Eva, Scala di Giacobbe, Arca dell’Alleanza…
Nella persona concreta della Madre del Signore la Chiesa ha sempre contemplato il suo mistero, non solo perché vi trova il modello della fede verginale, della carità materna e dell’alleanza sponsale, cui è chiamata, ma anche perché riconosce il Essa la figura ideale di ciò che deve essere: tempio dello Spirito, madre di figli generati nel Figlio, popolo di Dio peregrinante nella fede obbediente al Padre.
Il Vaticano II nel situare Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa ha utilizzato le parole di Agostino che considera Maria “vera madre delle membra (di Cristo) perché ha cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i quali di quel corpo sono le membra. Essa è riconosciuta quale sovraeminente e del tutto singolare membro della Chiesa e sua immagine e… modello della fede e nella carità… e la Chisa cattolica, edotta dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come Madre amatissima”.
Maria, dunque, è per la Chiesa: sorella nel discepolo, compagna di viaggio e modello. Ma soprattutto nella Chiesa essa continua ad essere una presenza materna, come ben evidenziano le parole pronunciate da Gesù sulla croce: “Donna, ecco il tuo Figlio”; “Ecco la tua Madre”.
Grazie a questa sua presenza, segno della gratitudine di amore materno, Maria realizza in modo profondo il suo essere il volto materno della paternità di Dio. Alla scuola di Maria, la Chiesa apprende lo stile di vita basato sulla gratuità, sull’amore che non aspetta, ma previene il bisogno dell’altro e sulla carità che raggiunge l’altro nel concreto e gli trasmette non solo la vita, ma la gioia e il senso della vita stessa .
Il cristiano che accoglie Maria nella propria vita va a scuola di sapienza. Il dialogo costante con lei si traduce in intima comunione con Cristo, perché Maria è creatura sapiente che rimanda a Cristo con l’esercizio del ricordo e del confronto.
Giovanni Orlando