di Pietro Pizzuto
Annunziata è Maria che ha ricevuto dall’angelo Gabriele, mandato da Dio l’annunzio della nascita del Signore, secondo l’accurato racconto di Luca. L’evento è accaduto a Nazareth, città della Galilea, al tempo dell’imperatore Cesare Augusto, mentre in Giudea regnava Erode; precisamente 6 mesi dopo che il sacerdote Zaccaria officiò nel tempio di Gerusalemme durante l’ultima settimana di settembre. Da quest’ultimo particolare appare storicamente plausibile la data del 25 marzo così come è stata conservata nella liturgia. La festa dell’Annunciazione è attestata per lo meno dal IV secolo, tempo in cui, Elena, madre dell’imperatore Costantino, fece edificare una basilica sul luogo dell’annuncio.
Maria era una ragazza ebrea, adolescente, vergine, promessa sposa di Giuseppe. Riceve l’annuncio durante quell’anno in cui, secondo le usanze ebraiche, i promessi sposi continuano a vivere con i genitori prima della coabitazione. Il contenuto dell’annuncio è questo: in Lei il Verbo di Dio, per opera dello Spirito Santo, assumerà un corpo e un’anima umani.
Maria, donna formata dalla rivelazione antico-testamentaria, rappresenta il punto d’arrivo e l’espressione compiuta della secolare preparazione del popolo di Israele alla venuta del Messia atteso. Come vera credente, dà il suo assenso all’opera divina e concepisce prima nella fede e poi nella carne; ha la sensazione corporea della presenza del Verbo nel suo grembo in quanto prima ha dedicato a Dio la sua anima e il suo corpo. L’Angelo la saluta piena di Grazia; infatti la risposta della fede all’iniziativa divina è possibile solo nella Grazia. L’unico punto da cui si può osservare Dio è Dio stesso; per accogliere il Verbo, che essendo Dio è alterità assoluta, deve essere precedentemente disposta da Dio.
Questo è l’inizio del cristianesimo: Dio comincia ad esistere nel tempo.
Pietro Pizzuto